Riprendo, dopo il silenzio della settimana santa, pensieri che sono arrivati e che ora metto nella recente rubrica: "Asterisco". Inizio a collocarne alcuni, perché ne arriveranno altri a breve.
Certo, fa effetto celebrare la Messa di Pasqua alla sera con tre persone; vivere la Veglia pasquale di notte con otto persone; stare nella celebrazione della morte del Signore con cinque fedeli o entrare nel mistero del giovedì santo con altre quattro persone. Questa è stata la mia "quarantesima" Pasqua da quando sono prete: valore simbolico non indifferente per il significato di questa tappa della vita. Nulla di prevedibile eppure momento intenso. Mi sono detto: "Il problema non è la Pasqua di quest'anno! Problema è (parlo per i cattolici) come abbiamo ridotto... la Pasqua degli precedenti decenni!". Tra uova, conigli di cioccolato, pulcini, confessioni, rami di primavera, abbondanti pranzi, preparate celebrazioni liturgiche, corsetta per dimagrire, gita fuori porta, grigliata e tanto altro, che cosa è rimasto della Pasqua cristiana (parlo ovviamente per noi cattolici)? Nessuno metterebbe sotto accusa (nemmeno io!) ciò che si è prodotto in termini di abitudini, riti e vita insieme. Ma quest'anno c'è rimasto solo... Lui! Come poteva essere a rischio contagio, chi aveva vinto la morte? Eppure siamo andati in crisi per un messa non fatta, una comunione impedita, un bacio del crocifisso negato, una via crucis da salotto e la mancanza dell'ulivo in casa. E tu, Signore, ora abbi pazienza con noi.
Insieme mi è venuto un secondo (per ora mi fermo al secondo!) pensiero. Tornando al 31 dicembre 2019 mai ci saremmo aspettati che quell'augurio di buon anno diventasse... quello che è diventato. Il calendario cambia certamente i numeri e aprendo una pagina bianca si spera che le macchie delle precedenti pagine non rimangano ecc. ecc. Ci sta che si esprima un auspicio buono, ci mancherebbe! Ma, ma... se la Pasqua è Pasqua (vittoria sulla morte e sul male, nella persona del Risorto) dovremmo iniziare a contare l'anno non dalla nascita di Cristo (avanti o dopo Cristo) ma dalla Pasqua! Non dovremmo iniziare a fare gli auguri da Pasqua più che a partire dalle fasi lunari o solari? Non azzardo nessun cambiamento, è solo per riflettere! Non sapremo mai cosa accadrà nel corso del tempo tra una Pasqua e l'altra ma, sicuramente, sarà un periodo dentro una vittoria sulla morte e l'altra. Chi morirà, per vari motivi, saprà che l'asticella non è sul cimitero locale, ma, nel Padre! E perché stare nel male, dal momento che si può batterlo con il Signore, amando al modo di Dio e anticipando quindi la realtà eterna?
Abbiate pazienza sono solo strani pensieri.
don Norberto